Quello che vi presenteremo oggi è un breve confronto tra quanto sostenuto e realizzato da TEM e quanto viene suggerito da un testo di Ingegneria dei Trasporti. In questo articolo non viene fornita una valutazione oggettiva e completa, sarebbe impossibile d’altronde, si fornisce solamente uno spunto di riflessione che si spera renda maggiormente attivi e partecipi i cittadini.
Il testo in oggetto è:”Tecnica ed Economia dei Trasporti” di Vincenzo Torrieri reperibile su IBS. L’analisi che qui è riportata riguarda l’introduzione e il primo capitolo. Nel resto del libro vengono approfonditi vari aspetti specifici della problematica dei trasporti.
Questa analisi segue non a caso il precedente articolo questo perché, parlando in termini generali, noi del MoVimento 5 Stelle vogliamo proporre soluzioni attendibili innanzi tutto dal punto tecnico per poter risolvere veramente i problemi dei cittadini. Troppe volte le soluzioni proposte dalla (mala)politica erano dovute ad interessi personali o di corporazione e venivano diffuse a colpi di slogan.
Al quarto paragrafo dell’introduzione viene fornita una puntuale definizione del Problema del Trasporto:
“In linea generale possiamo enunciare il problema del trasporto come ‘la ricerca della configurazione del sistema di produzione che, nei vincoli posti dal sistema territoriale, economico e ambientale, ottimizzi il servizio secondo criteri di efficacia, qualità ed efficienza’ [Tomazinis, 1975]”
Le parole qui riportate in grassetto meritano una riflessione particolare:
1. Vincoli del sistema territoriale, economico e ambientale: è impensabile costruire un’infrastruttura senza tenere conto della conformazione del territorio in tutti i suoi aspetti. Ed è diabolico pensare di costruire un’autostrada facendo una rigida valutazione sul “dove è possibile farla passare?” giustificando poi solamente a posteriori e a nostro avviso anche in maniera contestabile l’utilità e la sostenibilità. Soprattutto se i luoghi individuati cadono all’interno di un parco agricolo e godono di una memoria storica di valore inestimabile ma scomoda per chi ha interessi corporativistici.
2. Servizio mirato a criteri di efficacia, qualità ed efficienza: costruire un’infrastruttura significa fare valutazioni e misurazioni statistiche molto precise al fine di fornire valutazioni preliminari circa la convenienza della realizzazione dell’opera e la sua sostenibilità. Inoltre nel libro viene fatto accenno a come rilevazioni statistiche e l’uso di modelli di previsione siano ad oggi indispensabili per questo genere di valutazioni. In tal senso un modello molto preciso con previsioni e interventi è stato fornito dallo studio Polinomia, ovviamente accantonato da chi voleva, spinto da interessi, realizzare TEM.
Particolare riguardo merita la parola efficienza, lo studio Polinomia ad esempio aveva individuato opere di allargamento e riqualificazione della strada Cerca e, seppur con un passaggio qui semplicistico, non sembra che costruire un’autostrada parallela ad una strada esistente risponda a criteri di efficienza logici. Quest’ultima soluzione risulta anche inefficiente dal punto di vista economico in quanto l’Unione Europea a fronte di una riqualificazione di strade esistenti in ottica di miglioramento della sicurezza degli utenti elargisce fondi che coprono una sostanziale percentuale del costo totale.
Volendo fornire uno schema semplificato del contesto in cui si svolge il problema del trasporto si può far riferimento all’immagine qui sotto:
Questo modello descrive i legami tra gli attori della nostra società e tutti concorrono in misura diversa al problema del trasporto. Quindi operare in tale contesto significa influire su questi attori ed è fondamentale agire con la maggior precisione e buon senso possibile, soprattutto quando le decisioni vengono prese dalle istituzioni che sono (dovrebbero essere) garanti dell’Ambiente, dell’Impresa e soprattutto del Cittadino.
A riprova di quanto detto sempre nell’introduzione è riportato:
“Preliminarmente quindi bisogna chiarire, ad esempio quali prestazioni di qualità sono più richieste, quali utilità esterne vanno privilegiate, quali sono i vincoli di bilancio, e come il peso dei vincoli territoriali ed ambientali si rapporta alle utilità ricercate, ed allo stesso vincolo di bilancio. Tutto ciò richiede la partecipazione dei soggetti coinvolti ed interessati al processo di decisione, e pertanto la soluzione condivisa, non può basarsi su algoritmi di tipo tecnico.”
…non può basarsi su algoritmi di tipo tecnico o peggio ancora ad una valutazione geografica, cartina alla mano, del tipo:”Dove possiamo far passare un’autostrada?”.
Al paragrafo 1.5 invece viene esposto:
“I modelli organizzativi esistenti sono molteplici e si distinguono essenzialmente per tre aspetti:
[…]
– L’interesse pubblico/privato del servizio. Implica obiettivi diversi per l’organizzazione; ad esempio, in Italia il trasporto di persone è considerato servizio di pubblica utilità; non così il trasporto delle merci. Nel primo caso l’obiettivo dell’organizzazione è il massimo benessere sociale, nel secondo, il massimo profitto di impresa […]”
E allora qui ci chiediamo, in maniera provocatoria ma propositiva: dal momento che il trasporto merci produce inquinamento e l’inquinamento intacca il diritto alla Salute di ogni Cittadino Italiano che è sancito nella Costituzione all’articolo 32, perché non vincolare a servizio pubblico anche il trasporto merci proponendo ad esempio l’introduzione della logistica intelligente che consorzia e integra i servizi in modo da massimizzare l’efficienza e diminuire l’inquinamento prodotto oppure introdurre l’obbligo di trasportare merci su ferro e altre iniziative?
Entrando invece nello specifico di quanto realizzato da TEM sempre nel paragrafo 1.5 si legge:
“Sotto il profilo organizzativo quindi il mercato della produzione (di trasporto n.d.r.) si presenta complesso e viene definito multi servizio con organizzazioni che possono servire le stesse categorie di utenza.
Se ciascuna organizzazione si muove secondo logiche autonome, le prestazioni fornite dal sistema nel suo complesso difficilmente rispondono agli obiettivi di qualità ed efficienza per l’utenza, e ne soffre la stessa efficienza globale del sistema.”
Questo è proprio il contrario di quanto fatto da TEM, dove dietro all’egida della Legge Obiettivo si è deciso di realizzare in maniera autonoma un’autostrada per poi ritornare sui propri passi di fronte alle ovvie rimostranze dei comuni interessati mitigate in gli Accordi di Programma del 2007 ovviamente non rispettati.
Riguardo alla Legge Obiettivo è chiaro come il legislatore non fosse cosciente delle problematiche del traffico nel fornire una via forzosa per la realizzazione di grandi opere senza il consenso e la concertazione che nel testo sono definite come fondamentali:
“Ad evitare inefficienze e diseconomie, sia nel settore privato che nel settore pubblico, si richiede il coordinamento delle organizzazioni, sia in sede di programmazione e sviluppo del sistema (pianificazione) sia in sede di esercizio; il nostro ordinamento giuridico stabilisce i compiti dello Stato e delle Autorità Amministrative Territoriali, (Enti Pubblici Locali) a varia scala, per provvedere all’opportuna attività di coordinamento delle organizzazioni che operano nel settore, in nome del principio di pubblica utilità e di corretta gestione.”
Per concludere quindi è chiaro come la gestione dei Trasporti in Italia non risponda nemmeno alle basilari indicazioni fornite dalla scienza e dall’empirismo. Indicazioni razionali che sono fondamentali per ottenere un servizio veramente efficiente, efficace e quindi utile al Cittadino.
E i risultati li vediamo ogni giorno: chilometri di strade piene di traffico, morti della strada, trasporti merci inefficienti, trasporto pubblico costoso per la comunità e con servizio da terzo mondo. E potrei continuare.
Le proposte del MoVimento 5 Stelle partono proprio da questi presupposti, e sono veramente tantissime e a volte fin troppo rivoluzionarie.