Oggi parleremo dell’area stazione, uno dei punti in cui l’attuale amministrazione è ormai carente da anni.
Dopo la demolizione del vecchio fabbricato FS, le ferrovie hanno “declassato” la vecchia stazione, a “fermata ferroviaria”. Un declassamento non solo a livello di traffico ferroviario, ma addirittura Melzo ha fatto di meglio (o di peggio), declassando la sicurezza, in “insicurezza”.
Ma andiamo per gradi. Dapprima vi erano due binari, poi quattro. Una stazione, poi un “desolato” marciapiede in una zona degradata. Prima vi era il fabbricato Galbani, poi un enorme rudere divenuto presto “terra di nessuno” con furti annessi. A farne le spese i melzesi, e tutti i pendolari in transito. Un brutto biglietto da visita per la città, da una parte il vecchio “scheletro” dell’ex Galbani, e dall’altro un cantiere.
È stato realizzato un enorme parcheggio, una ciclo-stazione con bar e capolinea di una linea bus, ma se non vi è sicurezza, tutto questo potrà solo durare poco tempo. O si certo, al mattino è possibile vedere la pattuglia della Polizia Locale sostare presso la banchina in direzione Treviglio, ma gli agenti impiegati sono troppo pochi per coprire l’intera giornata.
Nelle fasce orarie di “morbida” (quelle non interessate dal flusso pendolare quotidiano, per intenderci) la stazione è un completo deserto. Fioccano gli atti di vandalismo, e i furti delle biciclette. Le biciclette, appunto. Le biciclette che la gente parcheggia fuori dagli spazi “regolari” tanto “combattute” dall’attuale Amministrazione. Ebbene si, le biciclette, anche se parcheggiate negli appositi spazi, non si evita che esse vengano rubate.
Le altre, vengono addirittura “rimosse”, perché:
“impediscono ai disabili e alle mamme con i passeggini di raggiungere la stazione” («Il Giorno», 27 febbraio 2014).
Dunque, quale sarebbe il problema da risolvere? La sicurezza, o meglio, l’IN-sicurezza in un luogo nevralgico della città, un luogo dove molte centinaia di persone ogni giorno lo affollano. Bisogna iniziare con la prevenzione. Non serve a nulla abbellire una fermata ferroviaria, costruire nuovi palazzoni, se poi la sicurezza di chi vi abita e di chi ne fa uso, non viene affatto garantita. La stazione, vista così com’è ora, è un luogo insicuro. E dispiace. Per Melzo, soprattutto.