Cosa succede al nostro territorio?
Questa è la domanda che i cittadini melzesi si pongono, è storia recente l’approvazione dell’ampliamento della cava di prestito tra Melzo e Pozzuolo verso il territorio di Melzo.
Come è possibile constatare con una qualsiasi cartina della Provincia di Milano il territorio di Melzo è uno dei più piccoli e con una densità di popolazione altissima. Melzo ha poco territorio, è risaputo, a fronte di una popolazione in costante aumento negli ultimi anni.
Nonostante questo limite è storia recente l’ampliamento della cava di prestito per la realizzazione di TEM.
Ma qual è la storia della cava?
Perché si è arrivati ad una tale decisione?
L’identificazione di siti di scavo per la realizzazione di cave all’interno del progetto TEM era solamente un’ipotesi come espresso dal progetto iniziale.
Ma a primavera del 2011 la società TE chiede ai comuni di Melzo e Gorgonzola l’indicazione di aree in cui far sorgere una cava a partire dal mese di settembre. I comuni si oppongono, TE cerca di scavalcare la loro sovranità territoriale rivolgendosi alla Regione ma si arriva alla sentenza del TAR di dicembre 2012 che blocca la cava di Gorgonzola.
TE, non contenta, si rivolge al Consiglio di Stato che a fine febbraio 2013 con una sentenza da ragione a TE.
Si arriva quindi a maggio 2013 quando il Consiglio Comunale di Melzo accorda l’ampliamento della cava esistente a Pozzuolo Martesana verso il territorio di Melzo “per evitare l’apertura di una nuova cava nel territorio di Gorgonzola” a fronte di una compensazione economica per metro cubo cavato. Si è preventivato di raccogliere circa 1300000 metri cubi.
Tutto questo con delibera del Consiglio Comunale e della Giunta Comunale ovvero senza coinvolgere la cittadinanza per una decisione tanto importante per il territorio.
Considerazioni
L’Accordo di Programma stipulato nel 2007 prevedeva il passaggio in trincea di TEM nel territorio di Melzo diminuendo l’impatto ambientale. Tuttavia si è preferito far passare TEM in sopraelevata in cambio di una compensazione economica di 13 milioni di euro.
L’ubicazione di un’eventuale cava nei territori di Gorgonzola, Melzo o Pozzuolo Martesana era inizialmente ipotetica, tuttavia TEM decide lo stesso di cavare del materiale nel territorio di Melzo o Gorgonzola per diminuire i costi di trasporto. I sindaci di Melzo e Gorgonzola si oppongono e si riesce ad avere ragione nella sentenza del TAR Lombardia, poi ribaltata dalla seguente sentenza del Consiglio di Stato. TE tuttavia decide di rinunciare alla cava di Gorgonzola per ampliare quella di Melzo con relative compensazioni economiche per il Comune.
A fronte delle due sopra citate situazioni è chiaro come, nonostante precedenti accordi vincolanti a tutela del territorio, si prendano decisioni dell’ultimo momento che non tutelano il territorio e quindi i cittadini. Le promesse e gli accordi stipulati per avviare un’opera insopportabile dal punto di vista ambientale, sociale e finanziario vengono meno quando avanzano le difficoltà finanziarie di chi costruisce e dal momento che si ha la compiacenza di ricevere compensazioni economiche dagli stessi. Ma questo avviene una volta che i lavori sono iniziati secondo accordi iniziali differenti.
A nostro avviso non è questo il modo di salvaguardare il territorio. In seguito presenteremo alcune osservazioni e proposte con le relative motivazioni su quanto secondo noi è giusto sostenere.
Vincolo ambientale tramite moratoria
Il sindaco promette di vincolare le aree adiacenti a TEM in modo che non sia possibile ora e nel futuro colare altro cemento. Ma come si può credere alle promesse, per ora solamente verbali tra l’altro, di chi un giorno chiede una cosa e il giorno successivo, a fronte di compensazioni economiche, sostiene e decide, purtroppo non solo verbalmente, il contrario?
Pertanto promuovendo una Legge Regionale o Nazionale per il vincolo dei terreni adiacenti alle infrastrutture è possibile evitare l’edificazione selvaggia. Soprattutto se queste ultime sono frutto della Legge Obiettivo.
In questo modo vi è un vincolo più forte rispetto a strumenti normativi locali. Si fornisce quindi uno strumento di soluzione sia spaziale che temporale.
Soluzione spaziale perché se “ad esempio” un domani il comune di Pozzuolo Martesana decide di costruire “ad esempio” una logistica nei terreni di sua competenza ma che “ad esempio” inficia la qualità della vita dei cittadini di Melzo esso sarà vincolato da una legge di posizione superiore nella gerarchia delle fonti.
Inoltre tale vincolo sussisterebbe anche in un dominio temporale. L’attuale amministrazione si è dimostrata sensibile a mantenere un tale vincolo, anche se ad oggi TEM ancora non è stata realizzata e quindi non vi è nemmeno una richiesta di terreno edificabile. Il rischio è che in futuro chi sarà da venire potrà non essere altrettanto sensibile e decidere per l’edificazione il che rende molto instabile e “dipendente dai tempi” la situazione.
Etica del territorioNel giornalino del Bilancio 2013 di Melzo l’Assessora a Territorio e Ambiente promette particolare attenzione al controllo della corretta realizzazione delle mitigazioni previste con la TEM. Lodevole sicuramente ma il problema a nostro avviso è a monte.
Gli introiti compensatori, denaro o opere accessorie, sono veramente adeguati?
Se guardiamo la problematica con una visione etica e lungimirante ci rendiamo conto che il territorio non può essere valutato economicamente o barattato. I soldi arrivano oggi, con quei soldi si fa magari un bel funerale alla comunità Melzese, ma domani i nostri figli non avranno più verde, non sapranno cosa significhi vivere il territorio della Martesana, in fondo Melzo diventerà uguale a Cormano, Sesto San Giovanni o Trezzano Sul Naviglio e i nostri figli che siano nati in un posto piuttosto che in un altro non avranno alcuna coscienza perché vivranno in non-luoghi di cemento. Tutto questo non è monetizzabile.
Vincoli PLIS e PAES LR n.86 del 1983
L’Assessora Palermo nel giornalino relativo al bilancio 2013 sostiene che le aree adiacenti a TEM sono vincolate da parchi di interesse locale e quindi sottoposte ai regolamenti PLIS e PAES della LR del 30/11/1983 n.86.
In tale regolamento si identifica lo strumento del PLIS come accessorio rispetto alla normativa e non sono chiaramente identificabili i vincoli così come avviene per le altre tipologie di parco. Vi è quindi una mancanza legislativa a riguardo e questo rende tali vincoli facilmente valicabili come d’altronde si è già avuta dimostrazione con il passaggio in sopraelevata di TEM nel territorio di Melzo e soprattutto la vicenda della cava.
Non è quindi a nostro avviso una risposta soddisfacente alla salvaguardia del territorio e dell’ambiente il fatto che sussistano tali vincoli.