E’ oramai un nefasto sigillo nella nostra comunità la vicenda dell’area Ex-Galbani. Volendo ripercorrere le tappe della vicenda è noto che la convenzione stipulata con IMEL era traballante già in fase di elaborazione dal punto di vista delle garanzie e purtroppo non siamo a conoscenza delle motivazioni per la quale è stata sottoscritta lo stesso da parte del Comune.
Dopo la sottoscrizione nel novembre 2007 della convenzione con la società Imel per la gestione e riqualificazione dell’area ove sorgeva lo stabilimento Galbani a sud della stazione i lavori dovevano iniziare a inizio 2008 (fonte Melzo Notizie marzo 2013, pagina 2), purtroppo a metà 2009 il Comune di Melzo avanza la richiesta di riscossione delle fidejussioni garantite dalla società assicurativa Arfin (fonte Fuori dal Comune, 18 giugno 2010).
Arfin tuttavia non riesce garantire tali fidejussioni e anzi risulta in gravi ambasce finanziarie tanto è vero che in seguito fallisce, lasciando il Comune “con il cerino in mano”.
L’Amministrazione Comunale ha quindi intrapreso le dovute azioni in sede legale per tutelare l’interesse della comunità, vincendo nei due gradi di giudizio per quanto riguarda la riscossione delle fidejussioni.
Tuttavia, come indicato anche dal Sindaco in una lettera qui (fonte Melzo Notizie marzo 2013, pagina 2):
“si tratta di azioni che non hanno nessuna possibilità di far ripartire l’intervento”
E in seguito:
“In un contesto di questo genere cosa può fare il Comune?”
In sostanza la posizione dell’Amministrazione Comunale è quella di stare alla finestra e aspettare, ben cosciente che adire le vie legali per il fallimento di IMEL allungherebbe ancora di più di tempi e quindi l’unica possibilità prospettata è attendere la scadenza del vincolo per tornare in possesso delle aree sperando che qualche acquirente si faccia avanti. Tuttavia alla scadenza del vincolo (10 anni a partire dal 2007), non esiste alcun obbligo relativamente ai servizi da realizzare ma teoricamente l’area potrà essere edificata selvaggiamente.
Le perplessità che il nostro gruppo ha sollevato sono legate alla realizzazione del piano originale per lotti, come prospettato anche dal Sindaco Prof. Vittorio Perego. Stante che nell’incontro avuto col Sindaco esso ha indicato che l’esproprio da parte del Comune dell’intera area avrebbe un peso insostenibile per le casse comunali. Se tale convenzione era sostenibile sotto l’operatività di un unico costruttore diventa poco credibile che i servizi pubblici presenti sulla carta vengano realizzati da costruttori separati. Tuttavia il Sindaco ci ha dato forti garanzie, purtroppo ad oggi solo verbali, che farà tutto il possibile per garantire il futuro il rispetto della convenzione ad oggi presente. E comunque i vincoli di urbanizzazione presenti sul PGT sono garantiti dall’operato dell’ufficio tecnico. Purtroppo nulla vieta che, entro i termini legislativi che regolano l’urbanizzazione, tali vincoli vengano modificati.
Senza considerare che ovviamente il Comune doveva garantirsi meglio e, come sollevato dal consigliere PD Giorgio Lotto a suo tempo, fare riferimento per quanto riguarda le fidejussioni a società di assicurazione e banche primarie (fonte Fuori dal Comune, 18 giugno 2010).
Inoltre, come anche indicato in (fonte Melzo Notizie marzo 2013, pagina 2) vi è una contraddizione in termini: se il mercato immobiliare è “bloccato” a causa delle “ristrettezze del credito” tale da rendere inappetibile l’area ex-Galbani com’è possibile che per quanto riguarda l’area a nord della stazione tali problemi del mercato immobiliare non sussistano rendendo invece appetibili i vani di recente realizzazione? A parte questo è da apprezzare l’impegno fornito dall’Amministrazione Comunale attraverso STU nel progetto di riqualificazione dell’area a nord della stazione con relativo accesso a fondi comunitari. Tuttavia un po’ di verde in più e qualche negozio in meno non avrebbe guastato.