Un consigliere regionale pone delle domande di buon senso e si scatena un fuoco di sbarramento per proteggere un feudo legato a doppio filo con la politica. L’istruzione dei nostri figli non può essere venduta ad un’azienda privata. Non riteniamo corretto trasformare i nostri bambini in consumatori in erba di un prodotto e di un sistema operativo. Il clima di omertà che si respira da troppo tempo nella nostra città non è più tollerabile. Ora si riporti equilibrio e si garantisca il diritto dei nostri bambini ad un futuro da uomini liberi, non schiavi di una multinazionale. Il Movimento farà il suo dovere e non si tirerà indietro.