Rileviamo dal comunicato stampa del Comune di Melzo del febbraio 2014 che la Cascina Triulza è già stata destinata, a giochi conclusi e all’insaputa dei cittadini, a diventare un centro di ristorazione guidato dal gruppo Ethos, che, come sostiene il Comune, è stato invitato come “operatore dell’alimentazione nella provincia milanese, a portare la propria testimonianza ed esperienza a favore della cultura e dell’etica del cibo e del modo di vita, anche e soprattutto in termini educativi nei confronti delle nuove generazioni”.
Ai cittadini melzesi viene spontanea una domanda: i vecchi e i nuovi cittadini della nostra città hanno forse bisogno di essere educati in tal senso? Non ci si rende conto che il gruppo Ethos potrebbe distruggere pizzerie e ristoranti melzesi e rendere Melzo un piccolo “deserto culinario”, città già abbastanza desertificata dalla crisi economica che dal 2008 ha colpito molti commercianti, oltre che piccole industrie e artigiani, costretti a chiudere i battenti?
Noi, dopo il nostro precedente interessamento alla questione spiegato in questo articolo, abbiamo elaborato alcune proposte che vogliamo condividere con voi.
Nel comunicato si cita il Centro Studi Gentili, encomiabile istituzione di ricerche storiche, che riteniamo possa si contribuire alla destinazione della cascina Triulza ma in modi maggiormente condivisi, rispettando concretamente la tradizione economica e storico culturale della nostra città, e non semplicemente ignorandola. Noi proponiamo quindi di indire un referendum con i cittadini melzesi per destinare la cascina Triulza a divenire un Centro di Studio e Ricerca per i prodotti lattiero-caseari della Lombardia dal momento che la nostra zona ha avuto in passato questa vocazione o missione, come si dice oggi.
In particolare nel 1896 Egidio Galbani diede vita alla sua omonima società oggi presente in tutto il mondo con i suoi prodotti lattiero-caseari, cosi come hanno fatto più o meno nello stesso periodo storico altre società lombarde quali Invernizzi, Locatelli, tanto per citarne alcune, che purtroppo ora sono gestite da società multinazionali. In quell’anno il giovane Egidio Galbani dimostra le sue capacità imprenditoriali prendendo in affitto proprio la Cascina Triulza, presso Melzo, dove inizia a lavorare il latte con sette operai e l’aiuto tecnico di un motore a 3 cavalli.
Nel piccolo stabilimento di Cascina Triulza è Egidio stesso che si occupa personalmente anche del funzionamento della caldaia. Professionale come sempre, il giovane Egidio si impegna a fondo e con la tenacia che lo contraddistingue riesce ad ottenere la patente di conduttore e garantire un riscaldamento ideale a tutto il suo piccolo stabilimento. Pochi anni dopo da impresa a conduzione famigliare, la Galbani è già diventata una ditta con 12 operai.
Non cresce solo la produzione, ma anche il successo: la fama di Egidio e Davide Galbani e dei loro prodotti varca i confini nazionali e i loro formaggi vengono esposti (e premiati!) alle fiere di Bruxelles, Parigi, Monaco. È l’inizio di una carriera che ha fatto dell’espansione all’estero e dell’attenzione ai bisogni dei consumatori oltre confine il suo punto di forza.
Con la collaborazione del Centro Studi Gentili di cui sopra potremmo proporre la creazione di un Istituto Tecnico Professionale Lattiero-Caseario coinvolgendo la Lactalis Italia, nuova proprietaria dei marchi “Egidio Galbani”, Invernizzi, Locatelli e Cademartori per la formazione di specialisti in “Qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità della filiera latte”, con la possibilità di alloggio per studenti o ricercatori che abitano lontano da Melzo (una sorta di Campus) sostenuto dalle istituzioni dianzi citate e dalle Università italiane di veterinaria, con lo scopo di formare nuove figure professionali altamente specializzate da inserire nel settore lattiero caseario, per promuovere l’innovazione dell’intero comparto e per valorizzare le aziende del territorio e i loro prodotti, frutto di una filiera all’avanguardia, sempre attenta alla qualità e alla tutela del consumatore.
Con la auspicabile collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole,del Ministero dell’Istruzione, della Comunità Europea, della Regione Lombardia, delle Fondazioni bancarie, degli Istituti di Credito lombardi, delle industrie lattiero-casearie e delle cascine della nostra zona, degli esperti nella produzione di latte e formaggi, del Parco agricolo Sud Milano, che nella nostra zona si occupano di questi prodotti cosi vitali per la nostra salute, nel Centro si potrebbe inoltre istituire un mercato settimanale a “km zero” per favorire le cascine della zona e per i consumatori melzesi, delle città limitrofe e dell’intera Lombardia. I fondi pertanto potrebbero arrivare dall’interessamento diretto delle istituzioni appena citate ma sopratutto dall’Unione Europea, organo a cui noi crediamo fermamente e di cui ben conosciamo la sensibilità sulle tematiche ambientali e alimentari.
Queste sono solo alcune delle idee che ci sono venute in mente per riportare Melzo all’immagine di tempi passati con una visione al futuro, e se pensiamo a quante idee avrete avuto voi cittadini ci rendiamo ancora di più conto di come una proposta come quella prospettata dall’attuale Amministrazione Comunale sia scialba e persino controproducente per la nostra comunità.
Quello che è chiaro è che i cittadini devono riappropriarsi delle proprie radici, dei luoghi della loro memoria, adibendoli a spazi pubblici e senza snaturarli con imprese commerciali. Sicuramente queste idee diventeranno proposte, perché il MoVimento è prima di tutto proposta, e, grazie al supporto di voi cittadini, di realizzazioni concrete e partecipate, non certo imposte dall’alto, senza consenso pubblico condiviso. Anche la stampa locale (Gazzetta della Martesana) ha espresso parecchi dubbi sulla destinazione della Triulza.
Si fa altresì notare altresì che la Cascina Triulza possiede rilevanti potenzialità, sia come testimonianza storica e culturale del sistema agricolo locale, sia per l’elevata accessibilità offerta dalla sua immediata prossimità rispetto al polo di scambio intermodale (treno-bus-auto-bici). Il complesso potrebbe pertanto essere anche adatto ad insediare un polo del sistema agricolo locale, per l’esposizione delle peculiarità e per la vendita dei prodotti del settore. In questo senso, Melzo vanta una lunga tradizione nell’ambito della “cultura del latte” e il suo assetto territoriale è storicamente condizionato dalla distribuzione e dalla gestione del reticolo idrico minore della pianura irrigua. Da non dimenticare che la città di Gorgonzola (Gurgunzöla in dialetto milanese) è molto famosa perché dà il nome ad uno dei più antichi e illustri formaggi italiani, il Gorgonzola DOP, conosciuto nel mondo.